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08/04/2020 - ICT news 0420

ICT news

Sommario

Emanate dal governo le nuove linee guida a cui la pubblica amministrazione deve attenersi in termini di accessibilità.

Inaspettata decisione da parte di Google di escludere tutti i paesi del mondo, ad esclusione degli Stati Uniti, dat testing di Talkback

Mai come ora sentiamo l’esigenza di comunicare a distanza in gruppi, facciamo il punto sulle piattaforme informatiche disponibili

Emanate dal governo le nuove linee guida a cui la pubblica amministrazione deve attenersi in termini di accessibilità.

Sono state emanate il 9 gennaio scorso le nuove linee guida sulla complessa e delicata gestione dell’accessibilità dei siti Internet per le persone con disabilità visiva. L’AGID è l’organo governativo che ha il compito di mantenere aggiornate queste normative che per altro subiscono una continua metamorfosi legata alle continue evoluzioni delle piattaforme informatiche e degli strumenti messi a disposizione dalle moderne tecnologie. Roberto Scano fa parte della commissione di esperti che analizzano e normano queste leggo e ci spiegherà quanti e quali siano stati i cambiamenti e le implementazioni maggiormente significative di questo aggiornamento.

Inaspettata decisione da parte di Google di escludere tutti i paesi del mondo, ad esclusione degli Stati Uniti, dat testing di Talkback

Siamo rimasti tutti sconcertati quando Google, ideatore e proprietario del sistema operativo per dispositivi mobili Android, dopo anni di attenta e proficua collaborazione internazionale, con una inusitata ed inspiegabile comunicazione, ha deciso di escludere gli utenti non vedenti di tutto il mondo, eccezion fatta per gli Stati Uniti, dal programma di beta testing di Talkback, strumento fondamentale ed insito nativamente nel sistema operativo, che permette alle persone non vedenti di navigare lo schermo guidati da indicazioni vocali. A raccontarci questa vicenda e a spiegarci l’importante lavoro che viene svolto in tutto il mondo dai gruppi di tester, Sabato Derosa, consulente informatico ed esperto di ausili e tecnologie, che in INVAT si occupa da molto tempo di questo importante lavoro di attenta analisi che vede coinvolti un team di persone che danno il loro contributo per far si che le release definitive escano con le migliori funzionalità possibili e senza i cosiddetti bug, termine che in inglese significa “pulce” e che deriva dal fatto che negli anni 40 vi fu un blocco del famoso elaboratore elettronico Mark1 e, dopo un disperato lavoro di ricerca della causa del guasto, un tecnico trovo una pulce incastrata nel relè 78 che causava un blocco al sistema.

Mai come ora sentiamo l’esigenza di comunicare a distanza in gruppi, facciamo il punto sulle piattaforme informatiche disponibili

Stiamo vivendo una situazione che ci obbliga a stare a casa ma che, grazie alla tecnologia, ci permette di creare comunque momenti di socialità permettendoci di creare condivisione di gruppo nel sociale, nel lavoro e nella scuola. Le piattaforme che permettono questo sono generalmente divise in categorie ben definite, seppur spesso simili nell’utilizzo. Possono essere piattaforme basate sul web oppure sistemi in cloud per la condivisione di audio con l’utilizzo di semplici apparecchi telefonici, per questo va fatta un po di chiarezza per capire e scegliere la soluzione a noi più comoda e utile. Se desidero semplicemente fare una riunione tra amici per chiacchierare e stare assieme, magari potendola registrare o scattare una foto, i due sistemo più comuni sono skype, storica piattaforma di videoconferenza che nella versione gratuita offre tutte le principali funzionalità, oggi acquisita da Microsoft, oppure Zoom, nata negli Stati Uniti e oggi molto di moda, semplice da installare e da usare, permette di condividere molti utenti visualizzandoli in contemporanea su un’unica griglia, cosa carina permette di alzare la mano per prendere la parola, ma per contro, nella versione gratuita, non permette ai gruppi di rimanere in connessione più di 40 minuti, basta riattivare la connessione per poter riprendere la riunione. Entrambi sono accessibili e intuitivi nell’utilizzo, Zoom risulta più leggera quando si installa su dispositivi con scarse risorse hardware. In questi giorni Zoom è sotto inchiesta negli USA per aver parecchie falde nella sicurezza delle password e delle videocamere essendo stato più volte vittima di azioni di hackeraggio. Nel mondo del lavoro invece vi sono piattaforme simili a quelle sopra citate ma con finalità di condivisione di documenti e di strumenti specifici come TEAMS di Microsoft e Webex di Cisco. Per la scuola invece la piattaforma più comune è Meet di Google Classroom. Per la comunicazione in voce, con l’utilizzo di stanze virtuali dove ci si incontra in voce con una connessione telefonica, i più comuni sono Easy Confcall e Talkyoo, in questo caso ci sono soluzioni che collegano assieme fino a 100 utenti ma risulta difficile gestire la comunicazione di gruppo per la mancanza di adeguati strumenti di gestione.

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