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19/06/2024 - Amazon Echo Hub, Un controller per la casa smart

Parla l'esperto / Domotica e dintorni

di Rocco Clementelli

Amazon Echo Hub, un controller per la casa smart

Il nuovissimo Echo Hub, un quadro comandi per la casa smart

Dai primi impianti domotici i migliori sistemi di automazione domestica sono dotati di un pannello di controllo touch. Alexa fino ad oggi ha usato la voce: per noi è stata la svolta, ma state tranquilli continuerà ad usare la voce; ci sono però aspetti della casa che necessitano di immagini e video. Ecco che arriva pronto all’uso Echo Hub. Amazon l’ha annunciato a inizio settembre 2023: dopo qualche mese di messa a punto Echo Hub è finalmente pronto per entrare nelle case.

Questo dispositivo rivoluziona il concetto base su cui era basato Alexa: Echo Hub è un dispositivo particolare, perché rappresenta quell'elemento che serve a trasformare ciò che fino ad oggi è sempre stato considerato un sistema commerciale, in un qualcosa di più professionale.

Echo Hub è un pannello smart da attaccare alle pareti, un controller per Alexa dotato di interfaccia grafica: permette di affiancare ai comandi vocali, che restano l’interazione principale, una serie di comandi touch.

NB: ovviamente è possibile attivare VoiceView, con una interfaccia capace di dare un riscontro visuale e di mostrare una serie di widget.

Perché Echo Hub? 

Analizziamo il periodo temporale in cui viviamo oggi: le case sono sempre più domotiche e connesse a tantissimi dispositivi, sia per la domotica sia per la gestione. Amazon ha creato un sistema invidiabile per numero di dispositivi supportati e tantissime aziende hanno preso al volo l'idea integrando i loro dispositivi appunto nel mondo di Amazon. Ma al tempo stesso il sistema è facilissimo da usare, perché basato sui comandi vocali; anche un bambino può dialogare con Alexa, in modo semplicissimo, ma pensiamo anche a un anziano che magari abita solo.

Se ci riflettiamo il viaggio di Amazon è iniziato quando i vari Crestron, One Control e soci installavano sistemi complessi in ville su più piani lasciando come unico sistema di controllo un tablet o un pannello attaccato al muro. Amazon ai tempi era già avanti di almeno dieci anni rispetto a tutti i sistemi di domotica: grazie al machine learning e alla comprensione del linguaggio naturale aveva permesso agli utenti di accendere una lampadina o aprire un cancello nel modo più normale possibile, solamente con la voce.

In tutti questi anni Amazon ha ampliato il suo ecosistema, ha spinto gli sviluppatori a creare centinaia di migliaia di skill e oggi Alexa è l’integrazione che non può mancare in un prodotto connesso. Rispetto a Google Home e a Apple Casa, la smart home di casa Amazon è quella che abbraccia più prodotti ed è seconda come livello di compatibilità solo a soluzioni open source come Home Assistant, decisamente più complessi e quindi meno accessibili ad un uso free.   

Fino all’avvento di Matter, Alexa veniva considerato un sistema incompleto per la sua dipendenza al cloud, e quindi inaffidabile nel lungo termine per una casa completamente smart. Ormai la questione è risolta e con questo nuovo Echo Hub, il cerchio si chiude.

L’implementazione: con Thread prima e Matter dopo anche le soluzioni consumer per una casa connessa iniziano a mettere le basi per qualcosa di più grande. C’è sempre il cloud, necessario per controllare l’abitazione quando si è fuori casa, ma l’accensione di una lampadina, la gestione di un flusso video o lo spegnimento del riscaldamento possono essere fatti in un locale, con un messaggio diretto, senza dover inviare un segnale ai server di Amazon.

Mancava solo un elemento per poter rendere un sistema basato su Alexa ancora più flessibile: un pannello di controllo a muro. Echo Hub nasce quindi per riempire un vuoto in gamma e con una doppia valenza: quella di telecomando; quindi, un qualcosa per controllare dispositivi e routine senza dover necessariamente usare la voce e quella di pura immagine: il pannello attaccato al muro, con il quale si controlla tutta la casa, rende visibile a tutti un sistema che fino ad oggi era invisibile fino a quando non veniva chiamato.

Questo non deve essere visto come un passo indietro di Amazon, ma semplicemente come una integrazione: quando alle luci e agli elettrodomestici si aggiungono antifurti, videocitofoni, camere di sicurezza e prodotti che necessitano di visualizzare mappe (si pensi ai robot delle pulizie), una immagine è fondamentale. Oltre al fatto che l’aumento del numero di dispositivi porta anche ad una certa complessità nella gestione vocale, bisogna ricordarsi a memoria tutti i nomi e le varie skill e non è semplice.

Ricordate i mini tablet da otto pollici?  Proprio così: un tablet senza batteria da attaccare al muro!
Echo Hub è un tablet da 8 touch screen dotato di uno schermo LCD da 1280 x 800 pixel di risoluzione. Possiamo vederlo come una sorta di Echo Show 8 senza la sezione cassa acustica.

NB: gli speaker ci sono, ma sono due piccoli diffusori di servizio utilizzati solamente per i suoni di sistema e ovviamente non possono certo competere con quelli di un Echo Show. L'Echo Hub non è un sistema audio ed è la stessa casa madre a consigliare l’abbinamento ad un set di diffusori Echo presenti nella stessa stanza anche senza filo. Ma rispetto ad un tablet la sostanziale differenza è l’assenza di batteria che, secondo me, non sarebbe stata male, potendolo staccare dalla parete e magari gestire sul divano la casa smart.

Questo dispositivo va ovviamente alimentato e per questo è stata ricavata sul retro un alloggiamento dove inserire la presa USB per l'alimentazione e al tempo stesso possiamo avvolgere il cavo in eccesso.  L'estetica poteva essere molto più accattivante: trattandosi di un tablet senza batteria potevano farlo molto più sottile, poteva avere cornici ridotte come la maggior parte dei dispositivi attuali, ma soprattutto si poteva pensare ad una soluzione migliore per fissarlo alla parete: il supporto in dotazione è una flangia metallica che deve essere fissata al muro e richiede un paio di tasselli, ma come sempre resta il problema dell’alimentazione.

L’azienda offre come possibilità di alimentazione il Power over Ethernet, ovvero si può acquistare un adattatore opzionale che dispone di ingresso ethernet da un lato e di uscita USB-C dall’altro. Con questo collegamento basta un solo cavo di rete per fornire al dispositivo sia la connettività sia l’alimentazione, approccio interessante ma che necessita prima di tutto di uno spazio per posizionare l’adattatore; e torniamo alla necessità di una scatola a muro e poi di uno switch compatibile Power over Ethernet: un normale switch di rete porta la connettività ma non l’alimentazione.

NB: Ho cercato tra le componenti da aggiungere, ma il risultato è stato nullo.  

Parliamo del prezzo esagerato, molto più elevato rispetto ai fratellini Echo Show, pur offrendo meno.

Allora la domanda a questo punto sorge spontanea: cosa cambia tra un Echo Show 15, un Echo Show 8, l'avveniristico Echo Show 10 e il nuovo Echo Hub?

Il nome “hub” suggerirebbe che solo quest’ultimo sia in grado di funzionare come centro di controllo per la casa smart, ma comunque ognuno di questi prodotti è dotato della piattaforma hardware necessaria per poter gestire i dispositivi anche in locale. Hanno tutti Thread Border Router, ZigBee, Matter, Bluetooth e Wi-Fi. 

Echo Hub ha tuttavia qualche cosa in meno: non ha gli speaker ma solamente piccole uscite audio di servizio, non ha la videocamera e ha pure un processore meno potente. All’interno troviamo infatti un Mediatek MT 8169 A, processore a 6 core ARM Cortex A55 ad alta efficienza che fornisce prestazioni minori rispetto al Mediatek MT8183 usato su Echo Show 8 2023, dotato di 4 core ad alte prestazioni Cortex-A73 e di 4 core ad alta efficienza Cortex A53. L’architettura del processore usato su Echo Hub è più moderna, sono core più avanzati, ma l’assenza di core ad alte prestazioni e di un processore grafico come il Mali-G72 si sente quando lo si usa. L’interfaccia è un po’ lenta anche senza attivare la sintesi vocale! Immaginate con VoiceView.    

Amazon ha sicuramente messo un processore più potente su Echo Show perché doveva gestire la fotocamera e le funzioni di computer vision, come l’inquadratura automatica, ma resta il fatto che Echo Show 8 costa 169 euro ed Echo Hub, che ha lo stesso display, ma non ha fotocamera, audio di qualità e ha un processore meno potente costa invece 199 euro.  
L’unica differenza è a livello software: Echo Show ha una interfaccia pensata per l’entertainment, ha a bordo Prime Video, Netflix, Apple Music e tanti altri servizi, oltre alla possibilità di effettuare video chiamate.

Echo Hub ha una interfaccia pensata per la casa smart con i widget per i dispositivi, la home totalmente personalizzabile e le routine.

Una interfaccia totalmente nuova!

Il valore aggiunto di Echo Hub è la nuova interfaccia software. Appare quando ci avviciniamo al dispositivo, grazie alla presenza nella parte alta di un sensore IR. Come ogni dispositivo per Alexa anche Echo Hub è dotato di microfoni, ben tre nella parte bassa, che possono essere disabilitati usando un tasto laterale: nonostante sia un pannello touch può comunque ricevere comandi vocali se viene messo in un ambiente dove non ci sono altri Echo. Ovviamente la risposta arriverà dall’Echo abbinato, o avvicinandoci potremmo sentire qualche cosa dai piccoli autoparlanti. Ricordate: è sempre la regola di Alexa, quando si chiama risponde il dispositivo più vicino o quello che è stato impostato come predefinito in un determinata stanza.

Ci tengo a chiarire una cosa: Echo Hub non permette di configurare nulla, al massimo si può riorganizzare l’interfaccia. Tutti i dispositivi, tutte le routine, le stanze e le configurazioni devono essere fatte dall’app Alexa o, nei casi di dispositivi più complessi, dall’app del dispositivo stesso.

Un Monitor sulla domotica e basta.

Solo una interfaccia che mostra nel pannello principale una serie di widget organizzati automaticamente in base alla propria configurazione, nella colonna a sinistra le stanze della casa e il collegamento alla pagina delle routine e nella parte bassa l’accesso diretto ad una serie di servizi.

C’è quindi il collegamento alle prese, alla climatizzazione, alle videocamere e al sistema di allarme: l’utente può gestire così o una singola stanza o tutti i dispositivi che fanno parte di una determinata famiglia solo con un doppio tocco.

L’interfaccia è un po’ work in progress, come per l’Echo Show 15. Insomma, tutto ruota attorno ai widget che possono essere organizzati nelle varie pagine e ne esistono di due categorie: quelli che sono legati ad un dispositivo specifico della domotica e quelli con le funzioni di servizio; ad esempio, il meteo, il calendario, le note e la lista delle cose da fare, che non controllano alcun prodotto. Alcuni sono carini, altri sono migliorabili soprattutto nella dimensione del font e spesso non ci stanno.

I widget sono legati ai dispositivi e al momento solo alcuni sono standardizzati. C’è un widget per il termostato, uno per il condizionatore, uno per le luci, quello per gli allarmi e per le videocamere. Permettono di intervenire su quelle che sono le funzioni universali, ad esempio la regolazione della temperatura; poco altro: ad esempio per ciò che concerne il condizionatore non si possono regolare le alette, non si può regolare l’intensità della ventola, non ci sono le funzioni specifiche del nostro specifico modello di condizionatore presenti invece nell’applicazione, e anche nei comandi vocali. Non solo: il pannello è anche male organizzato graficamente, e non si capisce che per far apparire il tasto di accensione si deve fare uno scroll: manca una indicazione visuale. Lo stesso vale per molti altri widget: fanno poco o nulla, e dovrebbero fare di più. Quello della Lavazza Juicy, quello delle lavatrici LG, quello dei robot delle pulizie: tutti widget vuoti, che non offrono alcun tipo di interazione. Eppure, le singole app sullo smartphone riproducono un numero enorme di dati, numero di lavaggi, consumo, programmi effettuati, storico e così via.

Un problema? Diciamolo: è tutto nuovo. Ancora gli sviluppi stanno arrivando, comunque è giusto sapere che lo sviluppo spetta alle singole aziende e Amazon non può fare il lavoro che dovrebbero fare i programmatori che realizzano le skill, e ora che esiste la nuova piattaforma saranno le varie aziende che dovranno implementare widget specifici per i loro prodotti che rendano sensata la presenza di Echo Hub in casa.    

La prima pietra della nuova casa domotica, pensata per un futuro smart pieno di tantissimi sistemi è soprattutto il primo pannello domotico parlante a basso costo per una casa smart pro, sicuramente è solamente il primo di una nuova famiglia di dispositivi che arriveranno per aumentare l'ecosistema di Alexa.

Verso una nuova direzione

Insomma, tirando le somme, possiamo sicuramente promuovere il nuovo dispositivo per la domotica, pensato per chi vede, ed avere sotto gli occhi i comandi per la casa. Ovviamente si può gestire anche con la voce e può pertanto essere usato dai disabili visivi. È carino attaccato alla parete con tutti i comandi a portata di dito.

Se lo consiglio? come hub sì, come centralina per una domotica in locale assolutamente sì. Ovviamente con il vostro Echo Dot gli darete i comandi, ma se, oltre a questo, volete un’alternativa più completa e con audio per i vostri libri e musica, allora orientatevi verso gli Echo Show, da 8 pollici in su!

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